Un servizio in apparenza come tanti altri, bello, divertente, esplosivo. E con un team davvero meraviglioso: io, Drin e Spock. Tutto sembra nella norma. Si va, si entra, si incontrano persone meravigliosamente disponibili, pronte ad accoglierci a braccia aperte. Un incrociarsi di battute, magie, canzoni, improvvisazioni spontanee in apparenza memorizzate da un canovaccio mai scritto e questo grazie ad un ottimo feeling di squadra, sorrisi, risate e pianti (ma i pianti come sempre arrivano quando uso la mia chitarra. Non ho capito bene se devo smettere di suonarla o è una cosa positiva). Se non fosse per un periodo cominciato un anno fa e che non sò quando finira, di cambiamenti della mia vita. Una serie di salti nel buio che spero mi facciano atterrare su un qualche materasso. E a causa di ciò, decisi di fermarmi un attimino. Se non riesci a ridere, come puoi pretendere di far ridere? Ma 7/8 mesi di stop negli ospedali mi sono pesati davvero tanto. Così ho deciso di riprendere a luglio nell'ospedale che ha dato i "natali" al grande mago Diesel. L'ospedale dove mi sento più a mio agio e dove conosco e mi salutano anche le piastrelle: il Gradenigo. Ma a fine giornata, per la prima volta ne sono uscito non contento del mio operato. Mi sentivo legato e poco spontaneo. E ieri, all'ultimo momento decido di riprovarci, dopo un paio di animazioni personali fatte a dei cuccioli troppo piccoli per essere destinati ad avere gli stessi problemi dei Candiolesi. Ma il servizio questa volta è andato benissimo ed esco felice. Se non fosse che nel viaggio verso casa hanno cominciato ad affiorare tantissimi pensieri nella mia testa, ma questa volta positivi, che mi hanno fatto riflettere moltissimo. Nulla è per caso! E ieri ho per la prima volta avuto la risposta che aspettavo da sei anni: cosa mi ha spinto a fare il claun di corsia? Perchè una testa calda come me ad un certo punto della sua vita ha sentito il forte desiderio di intraprendere questa strada e di mettere un fermo alla sua sregolata vita ricca di cazzate? Ora lo sò. Una sorta di vocazione. Amo far sorridere una persona che probabilmente ha ben poco da sorridere, amo pensare che forse per alcuni, le risate fatte con me possono essere state le ultime. Con tutto il bene che voglio a tantissime persone, la mia famiglia, la mia compagna, i miei amici, ma una battuta detta a loro non mi dà la stessa gioia della stessa raccontata ad un malato di tumore. E sono arrivato a casa più carico che mai, pronto ad affrontare tante cose a testa alta, con la consapevolezza di non essere solo. Grazie Drin e Spock per essere stati con me nel momento dell'input, grazie Mole per avervi trovato sul mio cammino nel momento giusto, grazie Adriana per esserci sempre, grazie anche a chi non leggerà mai questa mia condivisione ma sarà in grado di leggermela dentro.
Max & Diesel
lunedì 6 settembre 2010
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