lunedì 20 aprile 2009

DOPPIOMALTO-INOX, Abruzzo 19/04/2009

E’ stata una giornata molto intensa, sia per la fatica che per le emozioni, fortissime e toccanti. Spero di riuscire a trasmettere il più possibile perchè vorrei rendervi partecipi tutti.
Continuate ad esserci vicino e mi ripeto, questa è una spinta che sentiamo veramente. Grazie, sinceramente. State tranquilli, in questo momento tutta la Mole è in crociera con noi.
Ore 06.45 sveglia, si sbaracca, lasciamo la ghiacciaia perché non possiamo più utilizzarla. Stasera si dormirà, boh? In Ambulaclaun, campeggio, in macchina, non importa, siamo partiti consapevoli e quindi preparati a tutto.
La “nave” arriva puntuale. Si va a fare colazione e si parte.
La rotta è in direzione delle tendopoli, come da programma, e come ormai sappiamo molto bene, mentre si deve andare a nord, sto c..zo di Tom Tom, ci dice di andare a Sud, “ Gigi, per cortesia spegnilo. Ok! Finalmente si viaggia, a vista!
Oggi il Gran Sasso non si vede, nuvole basse, possibilità di pioggia, speriamo bene.
Arriviamo nella ormai “nostra “ valle, quella dei paesini un pò sperduti e delle piccole tendopoli.
A proposito, di tendopoli ce ne sono ben 150! Non so se i media riescono a farlo capire!
Nella “Tina” che la protezione civile ci ha preparato abbiamo un paesino indicato in rosso, quindi con precedenza. Ci arriviamo (dopo aver percorso circa 80 km). Si chiama Acciano, p.s. non ho molta memoria per i nomi, soprattutto per le persone, non abbiatevene quindi se mi mancano ogni tanto o se magari sono inesattee non ci siamo ancora stati. La “nave “attracca” e getta l’ancora.
Si scende e chi ci vede non dimostra curiosità o stupore. Ride e basta! Meglio di cosi! I primi ad accoglierci sono della Protezione Civile, sembra di essere nel Gennargentu, “Ajò!” Ttutti sardi ssonno! Come sempre creiamo lo scompiglio, ma veniamo frenati! Oggi è domenica, c’è la messa nella chiesa tutta bianca fatta di plastica gonfiabile, toccante.
Rispettiamo il momento religioso ed iniziamo la perlustrazione. Come sempre un mucchio di volontari in silenzio è al lavoro per preparare il pranzo e verificare che tutto funzioni al meglio.
Chiedo: ma avete bambini qui? Si, sono al campo di sopra, devono ancora scendere per la colazione. Ok, grazie. Visto che il resto dell’equipaggio è sparpagliato, decido di andare su da solo. Con le scarpe da claun faccio un pò di fatica a salire, è proprio ripido. Arrivo. Dei volontari stanno scaricando materiale vario che hanno portato direttamente (p.s. se si può è meglio così), mi vedono e ridono, che bello! Il campo è piccolo, solo dormitorio, il resto è giù da basso. E’ silenzioso, ancora addormentato. D’improvviso, mi spunta Leonardo (me lo ricordo bene, 12 anni, occhi gonfi ancora dal sonno). Buongiorno, sono Doppiomalto e tu chi sei? “Leonardo” faccia seria, non capisce bene, ah, sei la guida turistica, mi accompagneresti a vedere questa splendida città artistica? Pausa. Si, ma aspetta, prima vado a fare la pipì. Mentre è in bagno rompo un pò le scatole a tre carabinieri e due guardie forestali. Sono quasi sono al limite dell'arresto, ma per fotruna viene a salvarmi Leonardo. Ok. Iniziamo la visita. Siamo subito affiatati anche perché lo attrezzo immediatamente del naso rosso, che coppia! Ecco a voi lo splendido esempio di cubismo, il container incontinente in mezzo alla piazza, il monumento dedicato alla sigaretta, un portacicche su due tronchetti di legno, tutto attorno abitazioni futuristiche con tonalità cromatiche che variano dal blu intenso al blu e basta! Leonardo sta al gioco e si diverte un sacco, infine ecco a voi la pianta elettrodomestica, dalle sue radici spuntano, una cucina per il caffè e un grill per i “rosticini“ (meglio non ricordare, vero Gigi?).
Doppio, perché non entriamo nelle tende e andiamo svegliare gli altri? Come no, Certo!
Scusatemi,…mi rendo conto che entro troppo nei particolari, non voglio fare un romanzo, ma mentre scrivo sto rivivendo ogni attimo e ed ogni emozione, e va beh, non vorrei perderle mai.
Ok, sintetizzo e magari, se avrete voglia. Davanti ad una buona birra dettagliero’ meglio il racconto.
Tenda 5, nessuno, Tenda 8, trombetta risveglio, tenda 3, vieni, entra, c’è nonna Veglia 84 anni, inferma. Ha un letto speciale però adesso è seduta di fronte all’apertura per poter guardare fuori, non è potuta andare a messa e legge il rosario. Non sente, mi guarda, è bellissima, sembra una madonnina, dolcissima. Me la coccolo un pò e mentre la riempio di fiori e un cuoricino, lei mi fa una carezza. (occhiali da sole!), tenda 10, cinque ragazzi, si stanno svegliando, trombette e fischietto. Nessun vaffa, solo risate, arrivano Inox e Trottola. Continuiamo il giro una casetta agibile, due nonni e tre nipotini, i genitori sono all’Aquila, ma la loro casa non esiste più, i nonni sono sono disperati, palloncini per i bimbi, loro sono contenti, giocano, i nonni meno tristi.
Scendiamo e dirottiamo un trattorino con carretto (dotato ovviamente di autista contadino al quale mettiamo il naso rosso), tutti sul carretto in discesa al campo di sotto.
La messa è finita e Sgrondo distribuisce i pasticcini, che avevamo acquistato prima di partire ai volontari e agli abitanti. Con tempismo perfetto arriviamo noi e completiamo la festa. Sta piovendo, ma nessuno se ne accorge, non vogliono che ce ne andiamo, forse abbiamo portato un pò di sole.
Il Comandante suona, dobbiamo risalpare, baci a tutti, a presto.
Altro paesino, già visitato da Gigi. Ci accolgono entusiasti, ma abbiamo poco tempo. Stanno per iniziare il pranzo e non vogliamo disturbare ne approfittare. Promettiamo di ritornare. Riprendiamo la strada. Io ed il Comandante percepiamo che Trottola ha un desiderio, quasi una necessità. Capito! Si devia un pò la strada e si passa davanti al campo dell’altro ieri, freno a mano tirato, apri porta, c’è il cambio turni dei volontari della protezione civile, ma in tutta la confusione di gente spuntano Paola e Francesco che piombano addosso a Trottola (altri occhiali da sole). Scendiamo anche noi e siamo riabbracciati da tutti. Qualche battuta. Tutti felici di rivedersi. Ci invitano a pranzo, ma non abbiamo tempo. Riprendiamo. Una piccola pausa in un bar aperto. Due patatine e una birra e mezz’ora con Caterina (4 anni) che ci regala bacini a profusione e ci vuole lassù, nella sua casa tenda. È li vicino. Ci andiamo, altro paese altra tendopoli, molto grande. Più organizzata, i bambini sono già “sgamati”, hanno visto altri claun, hanno un animatore fisso, una tenda gioco tutta per loro, ma promettiamo uno spettacolino. Ci aspettano. Prima però andiamo alla sala mensa (Palestra agibile), sono proprio in tanti. Raccolgono piu’ paesini. Hanno finito di mangiare e quindi possiamo fare”casino” tra i tavoli. Non vedevano l’ora. Si percepise subito che loro, i grandi, hanno voglia e bisogno di ridere quanto i bambini, anzi sono sicuro, molto di più! E’ il nostro pane. Ci buttiamo a capofitto sui tavoli. Le risate sono proprio liberatorie, si sentono.
Ogni situazione è favorevole a creare gags.
Ogni possibile “personaggio” viene utilizzato per fare confusione e creare divertimento. In un tavolo mi presentano Domenico, è un vecchietto sordomuto, simpaticissimo. Si crea un bel gruppo di persone intorno a noi. Lui sta al gioco con me, accetta il naso rosso, racconta una storia mimata forse vera, della sua vita, ma lo fa in modo comicissimo, consapevole. Descrive tante cose e alla fine conclude mimando, sembra di fumare una sigaretta fatta a mano con il tabacco e la cartina. Mi viene un flash. Chiamo Inox. Chiedo a Domenico di ripetere la storia un’altra volta e lui acconsente molto soddisfatto. Al momento della sigaretta, io ed Inox con tempismo, ma come, Domenico? Ma già allora si faceva la Canne? Anche noi! Un delirio! Da pisciarsi addosso tutti dal ridere e per primo ovviamente Domenico che ripete ancora una volta la storia! Lo sbaciucchio tutto. A presto, ciao a tutti.
Andiamo dai bimbi, ci aspettano per lo spettacolo. Lo facciamo noi, ma poi ne fanno uno anche loro, tipo dance acrobatica in musica. Bravissimi. Arrivederci.
La nave salpa, ma non va distante.
A poche centinaia di metri, una casa di riposo per anziani. Il “Capo” è riuscito ad avere il permesso per entrare, andiamo.
Edificio molto grande, sembra quasi un ospedale. Tre piani. Mentre Gigi molla l’ancora noi entriamo. E’ un reparto di degenza. Da 80 posti, causa emergenza terremoto (l’edificio è agibile)
adesso sono 140. Gli infermieri sono felicissimi, qui non è mai venuto nessuno, beh, siamo qui, dai raccogliamo le energie, che sono ormai poche per tutti, e andiamo, ma proprio non sappiamo da dove cominciare. Cerchiamo di individuare almeno i cognitivi carezze, coccole, abbracci, canzoni e… quintali di palloncini! Ho il polso che non lo sento più! Mi rapisce Mario (dawn di cinquant’anni), che mi vuole accompagnare dappertutto. Allora faccio un bel pò di fiori e dico a lui di offrirli alle “signore”. E’ felicissimo. Dopo un pò arriva suo fratello (ispettore guardia di finanza dell’Aquila) e mi faccio raccontare un pò di verità su tutto (altro che le notizie dei tg). Si continua. Le infermiere: facciamo una foto, venite al piano di sotto, ok. Ma sotto è peggio che su! Sembra che si moltiplicano, rimanete qui un pò, non ce la facciamo, ma promettiamo che ritorneremo.
Saliamo su, salutiamo, usciamo. Sorpresa! Il Comandante: ma ragazzi non era li che dovevate andare. Lì è degenza, dove ci aspettano è nell’altro edificio. Nooooo!!
Non possiamo deluderli. Almeno un saluto. Sono non lo so quanti. Ma tanti tanti, in più gli sfollati, accampati con lettini dappertutto. Cerchiamo di coccolarne il più possibile. Non so più quanti sacchetti di palloncini ho consumato, mi manca la saliva per parlare, faccio fatica a camminare, ma mi basta lo sguardo di Domenica. Che non so quanto capisce, ma quando le dico, oggi è domenica, allora, buona Domenica, scoppia a ridere, senza denti, è bellissima, mi ridà la forza per continuare. Ce la facciamo. Siamo cotti bolliti, ma felici.
Saliamo sulla nave. Nessuno ha voglia di parlare. Non ci interessa neanche del Tom Tom. Ci fidiamo del Comandante. Silenzi e anche un pò di abbiocchi.
Al rientro incontriamo Caramello & c. hanno il latte per il bambino di ieri. Io e Trottola andiamo a portarglielo all’albergo. Ci accolgono, no, ci assalgono, parte dei bimbi di ieri. Ci da una mano Flanella. Riusciamo a respingere gli attacchi e ad uscire, ultima botta: alcuni adulti mi chiedono uno spettacolo per loro “noi siamo molto più demoralizzati dei bambini. Fateci ridere un pò.
Promesso, riprendiamo un pò di energie e veniamo. Promesso. Promesso.
Siamo di nuovo insieme tutti. Due liete notizie. Cena da Luca e una stanza in una casa calda! Ospiti di una simpaticissima famiglia.

Buona notte, Doppio

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