“Ho fatto ridere un bambino” Dovrebbe essere normale visto che faccio il pagliaccio in ospedale, ma questa volta è un po’ diverso. E’ diverso perché succede che.
Succede che quando “lui”, in ospedale vede i pagliacci si mette a piangere, no no”, Ha timore, non capisce. E' normale, succede. Già, chi sono quei signori così colorati, con il naso rosso, un pò rumorosi e con quei camici che sembrano, un pò dottori? Meglio non fidarsi, via via. No no. Meglio stare con mamma e papà e gironzolare per i corridoi, evitiamo i pagliacci. Ma poi, quando i pagliacci sono in una stanza chiusa, con altri “bimbi” un pò più grandi, da un vetro della porta, lui si appiccica con il nasino e guarda dentro. E dentro ci sono anch’io, e il suo sguardo si incrocia con il mio. Ci guardiamo. Io sorrido, saluto, lui osserva, un secondo, due, e poi scappa! Potrebbe finire qui. Ciao a tutti. Si torna a casa. Lui è nella sua stanzetta con mamma e papà. E’ giusto rispettare le sue paure, non insistere, ma quello sguardo, quegli occhietti! Ma sarebbe anche giusto tentare. Forzare un pò la mano, chissà! Ci provo? Si! Il mio naso appiccicato al vetro e sono io a guardare dentro, e lui mi vede, sorrido. Lui continua a guardare. Apro piano la porta. No, no, no, ma non è spaventato. Un poco d’esperienza, attenzione, delicatezza, movimenti lenti, e la tecnica più semplice. Lo si ignora. E si gioca con mamma e papà. Con il naso che “suona” quando lo si tocca. Il mio, quello di mamma di papà degli altri claun. E all’improvviso, ti ritrovi con la mente in un teatro, in una piazza, in un locale, in attesa che inizi il concerto! In attesa della prima nota, del primo accordo, del primo rullo di tamburi. Quello che aspetti da un pò e per il quale il cuore è pronto a battere forte. Sai che ti verrà la pelle d’oca e anche qualche lacrima che l’emozione ti fa uscire senza che lo vorresti. Sei in attesa, in attesa di essere felice.
Uno sguardo di nascosto per capire. Gli occhietti si che socchiudono. La faccina che cambia espressione. La bocca che si apre e il “concerto” inizia! Dapprima con un sorriso e poi con una fragorosa, grassa e scoppiettante risata. Che musica! E dopo una, ancora altre e altre risate ed il “concerto” entra nel vivo.
E allora provo a far “suonare” anche il suo di nasino, ma “ no, no”. Ok. Cambiamo la musica. Un giochino di magia. L’uovo nel sacchetto che appare e scompare. Lo prendo, lo tiro a mamma e a papà e loro lo ritirano a me, che bello, che magia! Io posso tirare anche a te??”. Pausa, sì con la testa! Siii, altre “sonore” e salutari risate. E’ stupendo. Siamo tutti presi dall’euforia. Anche il bimbetto piccino nell’altro letto che ha solo pochi mesi, ma ride pure lui senza sapere perché ed anche la sua mamma.
Saluto, mando baci, li ricevo in cambio.
Ho fatto ridere un bambino. E sono felice!!!
Doppiomalto.
lunedì 10 agosto 2009
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